Non solo la pandemia di Coronavirus. Nel nord e centro Italia non piove da giorni e il livello del fiume Po desta non poche preoccupazioni. I valori generali risultano infatti ben al di sotto della media del periodo nell’intero comprensorio del Po, ovvero dalla Valle d’Aosta fino alle Marche e le previsioni per i prossimi giorni non promettono nulla di buono. L’Osservatorio Permanente dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – Ministero dell’Ambiente ha raccolto dati ed effettuato una serie di analisi approfondite per verificare se ci si stia avvicinando alla soglia di allarme. È emerso che l’acqua è presente ma in “lento e costante esaurimento” anche se, si legge nella dichiarazione rilasciata nelle scorse ore “nel comprensorio del Distretto Idrografico del Po, ad oggi, non si manifesta un contesto diffuso di evidente scarsità idrica e questa situazione palesa che le ultime piogge cadute e le precipitazioni nevose – in progressivo scioglimento – hanno scongiurato, per ora, una ulteriore immediata emergenza dettata dalla siccità che in altre aree del nostro paese sta mettendo già in seria difficoltà tutto il comparto agricolo”.
Si tratta di una situazione “temporaneamente non ancora preoccupante” ma che potrebbe radicalmente mutare dal momento che, si legge, “per i prossimi 15 giorni non sono previste piogge di entità ragguardevole a rimpinguare falde e portate del Grande Fiume e dei suoi affluenti”. Il Bollettino Mensile Ufficiale AdbPo è stato redatto a distanza dal momento che, a causa delle’emergenza Coronavirus, si lavora in regime di smart working: “La situazione generale sul distretto – si legge nel bollettino – si mantiene stazionaria con i valori di portata al di sotto delle medie di riferimento ed in lento e costante esaurimento, ma comunque superiori ai valori minimi storici. A Pontelagoscuro, sezione di chiusura del bacino, la portata attuale è di 920 m3/s, con una riduzione di circa 17-20% rispetto la media di periodo, confermando lo stato di “sofferenza” del bacino, dovuto alla carenza di piogge intense e allo scarso contributo della componente di parte emiliana”. Anche se la fusione progressiva del manto nevoso “sosterrà parzialmene i valori di reflusso”, le temperature “risultano essere ovunque al di sopra delle medie stagionali di 3/5 gradi”.