Il vaccino contro il Coronavirus sarà somministrato attraverso un cerotto di piccole dimensioni.
Un vaccino per il Nuovo Coronavirus è, attualmente, oggetto di test approfonditi all‘Università di Pittsburgh. Dopo i primi risultati incoraggianti sui topi, il vaccino potrebbe essere usato sull’uomo a marzo del 2021. A spiegarlo, nel corso di un’intervista, è l’esperto Andrea Gambotto, docente americano di origini baresi. I test clinici nella prima fase sull’uomo saranno realizzati nei prossimi mesi, dopo l’approvazione dell’FDA americana. Trascorse dalle 8 alle 11 settimane verranno verificati i primi effetti e solo in quel momento saranno valutate le condizioni di emergenza in cui versa la salute pubblica. Nel caso in cui i risultati risultassero positivi e la pandemia rappresentasse ancora un problema, potrebbe partire la somministrazione sull’uomo anche a fine anno. Ma non è escluso che gli esperti si prendano altro tempo, per valutarne l’efficacia, soprattutto nel caso in cui l’emergenza fosse superata.
In ogni caso la somministrazione del vaccino verrà effettuata inizialmente solo su determinate fasce di popolazione da immunizzare, tra cui i dipendenti del settore sanitario. Il vaccino oggetto dello studio riesce ad attivare gli anticorpi nei topi, in grado di neutralizzare il Coronavirus SARS-CoV-2. Il preparato è stato realizzato dagli studiosi della Pittsburgh School of Medicine ed, a differenza degli potenziali vaccini a mRNA già in fase di sperimentazione sull’uomo, usa frammenti di proteine virali sintetizzate in laboratorio così da stimolare una risposta immunitaria. Si tratta di approccio ”più tradizionale” e già brevettato, in parte simile a quelli usati per i vaccini contro l’influenza. I primi incoraggianti risultati dello studio sono stati pubblicati da EBioMedicine e sul giornale Lancet. Il vaccino sarà somministrato attraverso un cerotto delle dimensioni di un’unghia e cosparso di 400 microaghi e si applica all’epidermide come i ”classici” cerotti per le ferite, ma in grado di rilasciare zucchero e frammenti virali che si dissolvono nella pelle attraverso un sistema di somministrazione che ripercorre il vaccino contro il vaiolo. Il cerotto ha diversi vantaggi, tra cui la praticità nell’uso e della conservazione e che non richiede refrigerazione. Gli autori della ricerca stanno ora richiedendo le autorizzazioni alla Food and Drug Administration per iniziare i test sull’uomo.
Fonte: https://www.thelancet.com/pdfs/journals/ebiom/PIIS2352-3964(20)30118-3.pdf