L’organizzazione internazionale lanciano un appello all’ONU e intanto raccolgono le firme in tutto il mondo.
Un appello urgente è quello lanciato da Animal Equality, l’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti degli animali. La raccolta firme, questa volta, ha varcato i confini nazionali raggiungendo i vertici dell’ONU ponendosi l’obbiettivo di richiedere la chiusura dei cosiddetti wet markets. Si tratta dei mercati da cui, molto probabilmente, si sarebbe generata l’epidemia di Coronavirus che ha interessato prima la Cina, poi l’Europa e gli USA e il Sud America. A condannare l’esistenza dei mercati di animali vivi sono stati, più volte, gli scienziati, indicandoli come possibili focolai di epidemie, prima ancora che il Coronavirus diventasse l’emergenza che conosciamo oggi.
Nel dicembre del 2019 cominciarono ad emergere le prime avvisaglie di quella che sarebbe potuta trasformarsi in una situazione molto pericolosa. Ma allora il fenomeno Coronavirus rimaneva un fatto di cronaca estera anche se il termine wet market veniva sempre più riproposto dai telegiornali in tutto il mondo. Il termine, in inglese, indica un ‘‘mercato bagnato” e descrive la loro caratteristica principale: quella di esseri luoghi estremamente umidi. L’acqua si mescola al sangue ed ai liquidi corporali degli animali macellati e immediatamente venduti. Una condizione di mancanza di igiene, in cui animali provenienti da diversi continenti, vengono rinchiusi nelle stesse gabbie, a pochi metri, con la possibilità che virus di natura completamente differente vengano a contatto. Un ambiente ideale affinché agenti patogeni entrino in animali privi di qualsiasi difesa. Ed è ciò che è accaduto all’uomo. “È proprio in questi mercati senza regole – spiega l’organizzazione – che si sono originate patologie come la SARS e nei quali gli scienziati pensano che abbia avuto inizio l’epidemia di COVID-19”. Al termine del comunicato, Animal Equality chiede l’immediata cancellazione di ogni tipo di mercato di questo tipo sottolineandone le strette correlazioni con l’attuale pandemia che sta coinvolgendo il mondo.
Il link per sottoscrivere la raccolta firme: