Cielo lattiginoso nel Nord Italia e record di PM10 in Pianura Padana

All’origine del fenomeno l’arrivo delle polveri dall’area tra il Mar Caspio e il Mar Nero.

L’impennata dei valori di PM10 nelle regioni settentrionali del nostro paese nelle ultime ore ha destato molto stupore. Cieli bianchi bianchi, coperti da una fitta foschia, hanno raggiunto l’intera Pianura Padana, ma anche altre aree della nostra penisola. E i dati dell’Arpae Emilia Romagna hanno confermato le concentrazioni di polveri fini con valori elevatissimi e inusuali, soprattutto a fine marzo; tutto ciò nonostante le nostre città siano praticamente paralizzate con la chiusura delle fabbriche e del traffico. Con
117 microgrammi per metro cubo di PM10 è stata Ravenna una delle città maggiormente coinvolte, come anche Faenza con 110 e Rimini con un picco di 140. Ma cosa c’è all’origine del fenomeno?

Cielo lattiginoso nel Nord Italia e record di PM10 in Pianura Padana

“E’ un fenomeno raro – dichiara al giornale Ravenna Notizie Vanes Poluzzi, Responsabile Centri Tematici Qualità dell’aria di Arpae Emilia Romagna. ”Stiamo registrando dal 25 marzo, masse d’aria provenienti da est, tra il Mar Nero e il Mar Caspio, che hanno raggiunto il Mar Adriatico producendo concentrazioni elevate di polveri grossolane. Sono grandi masse d’aria ricche di polveri che, sabato 28 marzo, hanno spinto ad un aumento delle concentrazioni di Pm10, in particolare dei valori di Pm2,5. Le polveri grossolane, arrivate da oriente, sono ricche di particolato di tipo crostale (ovvero prodotte dalla crosta terreste). In pratica abbiamo un fenomeno che ricorda quello che si osserva quando le perturbazioni atlantiche spingono in Italia la sabbia sahariana. I forti venti hanno movimentato la sabbia che successivamente è stata spinta in quota e dai moti atmosferici.” In ogni caso il blocco del traffico degli ultimi giorni ha provocato un drastico calo della concentrazione di biossido di azoto nell’atmosfera.