Lo studio dell’Università di Oxford.
Oltre trenta milioni di abitanti della Gran Bretagna sarebbero già stati infettati dal Coronavirus. Ad ipotizzarlo è una ricerca statistica realizzata dal Dipartimento di Zoologia e dal Dipartimento di Medicina “Nuffield” dell’Università di Oxford. Secondo questo studio, dunque, circa la metà dei cittadini del paese sarebbe stata raggiunta dalla SARS-CoV-2, con molti soggetti guariti e già immunizzati. Si tratta di numeri che consentirebbero già l’immunità di gregge, la strategia iniziale proposta dal governo inglese per fronteggiare la COVID-19 e poi accantonata rispetto alla possibilità di stressare fino all’inverosimile sul sistema sanitario, visto che 10% dei degenti va in terapia intensiva.
Ora secondo la nuova ricerca il Coronavirus avrebbe già circolato effettivamente nel paese per oltre un mese con l’infezione di una quantità straordinaria di inglesi. Uno scenario davvero inaspettato quello pubblicato dal team di ricerca guidato da scienziati di Oxford insieme ai colleghi dell’istituto di ricerca Peter Medawar Building for Pathogen Research. Gli studiosi, guidati da Sunetra Gupta, docente di epidemiologia teorica presso l’ateneo di Oxford, hanno realizzato un modello matematico basato sul numero dei contagi e dei morti registrati nel Regno Unito, ma anche in Italia. Il modello realizzato prende il nome di “susceptibility-infected-recovered model” e indica come il Coronavirus si trovi in Gran Bretagna già da gennaio. Visto che la maggior parte dei soggetti infettati non sviluppa alcun tipo di sintomo, secondo gli esperti di Oxford il Covid-19 si sarebbe “mimetizzato” tra i tanti casi di influenza e altri malanni dell’inverno, mentre i casi più gravi si rileverebbero solo adesso. Nel caso in cui davvero un numero di oltre trenta milioni di inglesi fosse stato già contagiato, tra cui lo stesso Principe, significa che, ora, solo un soggetto su mille avrebbe necessità del ricovero; una statistica che diminuirebbe notevolmente il tasso di mortalità del Coronavirus. In ogni caso si tratta solo di un’ipotesi. Per comprendere davvero la portata dell’epidemia sarebbe necessaria, secondo la scienziata, “un’indagine sierologica su vasta scala, in modo da comprendere la fase in cui si trova l’epidemia”. Al margine dello studio pubblicato sulla rivista Science e riportato dal Financial Times, gli esperti dell’Imperial College di Londra hanno stimato come per ogni caso conclamato di COVID-19 ce ne sarebbero dai 5 ai 10 non scoperti, un dato ritenuto plausibile anche dalla Protezione Civile Italiana.