Il contagio anche nel Parlamento della Repubblica Islamica.
Sono cinque i membri del Parlamento iraniano positivi al nuovo Coronavirus secondo il portavoce della Camera, Asadullah Abbasi. L’annuncio sui social è giunto in seguito ad una serie di test che hanno coinvolto 100 parlamentari. A causa dell’infezione il parlamento della Repubblica Islamica ha interrotto ogni attività.
A risultare positivo è Masoumeh Ebtekar, vice presidente per le donne e la famiglia in Iran, il viceministro della sanità Iraj Harirchi e il legislatore iraniano Mahmoud Sadeghi. Nella giornata di giovedì, invece, è giunta la conferma ufficiale della morte dell’ex ambasciatore dell’Iran in Vaticano, Hadi Khosroshahi, a Qom, epicentro dell’infezione. Nel frattempo, secondo i numeri ufficiali, i morti nel paese sarebbero 34. Ma i dati sono stati smentiti dalle fonti interne della Repubblica Islamica, dalle opposizioni e dagli Usa che sconsigliano i viaggi nel paese. Secondo il bilancio ”non ufficiale” i morti sarebbero ben 210: la maggior parte tra Teheran e Qom. Se questi dati fossero confermati, la Repubblica Islamica sarebbe il secondo paese maggiormente colpito dopo la Cina. E proprio gli Stati Uniti sono finiti sotto accusa per la politica di sanzioni economiche contro il paese. Ad accusare gli americani è Hesameddin Ashena, consigliere del presidente iraniano Hasan Rohaní. “Le sanzioni economiche di Donald Trump e la complicità dell’Europa – dichiara – hanno lasciato le infrastrutture sanitarie dell’Iran scarsamente preparate ad affrontare il coronavirus in modo tempestivo. Le politiche di Trump sono in parte responsabili della diffusione del virus e della perdita di vite umane.“