Le straordinarie condizioni dell’uccello hanno stupito gli esperti.
Due ricercatori russi hanno scoperto, in Siberia, il corpo di un uccello risalente a 46.000 anni fa, in condizioni praticamente perfette, grazie dalla conservazione esercitata dal ghiaccio. L’uccello ricorda, per caratteristiche, le allodole di oggi, rappresentando probabilmente un antico antenato dei passeriformi che oggi popolano il nostro pianeta. “L’uccello – dichiara Love Dalén, professore di genetica evolutiva presso il Centro Paleogenetico di Stoccolma – è in perfette condizioni“. La scoperta è straordinaria perché “i piccoli animali, di solito, si disintegrano molto rapidamente dopo la morte, a causa dell’azione dei parassiti e dell’attività microbica“. Quando i due cercatori Boris Berezhnov e Spartak Jabrov hanno scoperto l’uccello nel settembre 2018, non ne erano a conoscenza dell’età e delle specie a cui apparteneva. Attraverso un paio di piume analizzate al radiocarbonio, gli esperti sono riusciti a rilevare la sequenza del DNA e l’età.
”L’uccello congelato appena scoperto – spiega Dalén – è l’unico corpo di uccello quasi intatto dell’ultima era glaciale documentata”. La datazione al radiocarbonio ha rivelato come l’uccello vivesse contemporaneamente agli altri animali dell’era glaciale, come i mammut, i cavalli, i rinoceronti lanosi, i bisonti e le linci. La scoperta fa luce sulla trasformazione della cosiddetta steppa dei mammut, il bioma più grande presente, al momento, sulla Terra. Quando l’uccello era vivo, il nostro pianeta era un misto di steppa e tundra, del tutto priva di alberi.