Il rinvenimento dei resti di pollini mineralizzati potrebbero indicare la presenza di riti funebri simili ai nostri.
Il ritrovamento di uno scheletro di Neanderthal, nella grotta di Shanidar (Iraq settentrionale), già celebre per la quantità di fossili scoperti negli anni scorsi, fornisce nuove prove sulle usanze dei Neanderthal riguardo la sepoltura dei morti. A incuriosire gli esperti, in particolare, è la presenza di significative quantità di polline mineralizzato, un elemento che suggerisce come gli ominidi avrebbero usato i fiori nei rituali funebri.
L’ipotesi ha, però, ricevuto diverse critiche da altri esperti che hanno sostenuto come i resti di polline potrebbero essere apparsi a seguito della successiva contaminazione prodotta dagli uomini che hanno lavorato e vissuto nella grotta nel periodo successivo. Altri hanno suggerito che il polline sarebbe stato trasportato da roditori o da insetti. Insomma una teoria tutta da confermare e significativamente dibattuta nel mondo scientifico. “Credo che lo scenario della sepoltura accompagnata dai fiori sia molto plausibile – ha dichiarato l’osteologo e paleoantropologo dell’Università di Cambridge e principale autrice dello studio, Emma Pomeroy – ora aspettiamo di vedere i risultati completi delle nuove analisi“. Gli scienziati hanno discusso per anni del livello di sofisticazione cognitiva dei Neanderthal e da tempo si interrogano sui loro riti funebri, forse simili a quelli dell’Homo sapiens.