Nelle stanze della centrale nucleare funghi neri che si alimentano delle radiazioni.
Che i funghi siano in grado di assorbire le radiazioni è risaputo, ma che possano addirittura ”nutrirsene” in un reattore nucleare è davvero una novità. E’ quello che accade a Chernobyl, la centrale nucleare che nel 1986 fu oggetto del più grave disastro nucleare della storia. Nelle inquietanti stanze del reattore numero quattro, i funghi stanno prosperando. Secondo nuovi studi funghi di colore scuro stanno praticamente distruggendo la grafite che ricopre l’interno della centrale. In pratica sembra che i funghi stiano sviluppandosi alimentandosi delle radiazioni. Fu Ekaterina Dadachova, docente dell’Università di Saskatchewan a studiare per prima le caratteristiche dei Cladosporium sphaerospermum, Cryptococcus neoformans e Wangiella dermatitidis, le tre specie di funghi che crescono nel reattore, rilevandone la maggiore capacità di crescere in ambienti ricchi di radiazioni rispetto ad altre tipi di funghi.
Le specie di funghi avevano in comune il fatto di avere notevoli quantità di melanina, un pigmento che si trova anche nella nostra pelle e che la protegge dalle radiazioni del Sole. Ma la melanina è celebre anche per la capacità di assorbire la luce e dissipare le radiazioni ultraviolette. Gli studiosi hanno, così, scoperto come la melanina nei funghi sia in grado di assorbire le radiazioni nucleari convertendole in energia chimica utile alla loro crescita, attraverso un meccanismo simile alle piante, che attraverso la clorofilla, ottengono energia nella fotosintesi. Ma i funghi di Chernobyl non sono gli unici ad essere attirati dalle radiazioni nucleari: questa capacità è stata rilevata in tutte le specie con un’alta concentrazione di melanina scoperte nei depositi del cretaceo. Per comprendere meglio le caratteristiche del processo, gli esperti del Jet Propulsion Laboratory hanno inviato otto specie di funghi provenienti dalla zona di Chernobyl, per osservarne il comportamento. L’ISS è un ambiente che espone gli uomini a radiazioni superiori alla media terrestre tra le 40 e le 80 volte. L’obbiettivo degli studiosi è ottenere dai funghi, molecole utili da somministrare agli astronauti per proteggere i loro corpi dalle radiazioni.