Nonostante i tanti contagi, i bambini risultano meno colpiti dal Coronavirus.
Non si ferma lo studio degli esperti di tutto il mondo sul Coronavirus che sta continuando ad infettare la popolazione di Wuhan, con un bilancio che si aggrava giorno dopo giorno, oltre 28mila contagi e circa 560 morti. Sono tanti gli aspetti che non sono ancora chiari, tra cui la minore incidenza sui bambini. Da quando è stata ufficializzato l’arrivo della malattia in Cina, infatti, il numero dei bambini ammalati è davvero ridottissimo. Ad aver evidenziato quello che rappresenta un vero e proprio mistero è una ricerca pubblicata il 29 gennaio sul Journal of Medicine del New England, che sottolinea come i bambini , oltre ad avere meno probabilità di essere infettati, presentano sintomi più lievi rispetto agli adulti. Secondo una ricerca pubblicata su Jama, l’eta media degli infettati va dai 49 ai 56 anni. Fino ad oggi i casi di contagio si fermano ad una bambina di 9 mesi a Pechino, uno in Germania e un bambino a Shenzhen, in Cina, che sebbene ammalato era asintomatico, oltre ad un neonato risultato positivo trenta ore dopo la nascita.
Lo stesso fenomeno era stato registrato per la Sars, con i bambini di età pari o inferiore ai dodici anni presentavano sintomi più lievi rispetto agli adulti con zero bambini deceduti. Ma ancora oggi la scienza non è riuscita a fornire una spiegazione valida. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella che i più piccoli abbiano un’esposizione minore al Coronavirus oppure presentino una risposta migliore all’infezione del virus. “Credo che i pochi casi di bambini segnalati siano dovuti alle modalità in cui ha avuto inizio l’epidemia”, ha dichiarato a l’esperto David Weber del Business Insider dell’Università della Carolina del Nord. “Difficilmente i bambini si recano al mercato del pesce”, area nella quale si ipotizza si sia verificata la trasmissione del Coronavirus dagli animali all’uomo. Nonostante questo, aggiungono gli esperti, l’influenza risulta molto più pericolosa rispetto al Coronavirus, per la quale i bambini di età al di sotto dei 5 anni risultano a maggiore rischio di contrarre gravi complicanze, come la polmonite e insufficienza respiratoria e renale”.