Il fenomeno potrebbe avere ripercussioni sull’intera catena alimentare.
L’Oceano Pacifico sta diventando sempre più acido e i granchi che popolano le acque costiere sono i primi abitanti a sentirne gli effetti. Il granchio di Dungeness, in particolare, è una delle specie più apprezzate e numerose nel Pacifico nord-occidentale. Ma i bassi livelli di pH nel suo habitat stanno provocando degli effetti inaspettati su parti del suo guscio con danni anche ai suoi organi sensoriali. “Se i granchi sono già stati colpiti dal fenomeno – dichiara l’autore principale dello studio Nina Bednarsek, scienziata principale del Coastal Water Research Project della California del sud – dobbiamo davvero assicurarci di prestare molta più attenzione anche agli altri animali che compongono la catena alimentare, prima che sia troppo tardi” . I risultati dello studio, finanziato dalla National Oceanic and Atmospher Administration (NOAA) sono stati pubblicati questo mese sulla rivista Science of the Total Environment. Ma cosa c”è all’origine dell’acidificazione dell’Oceano?
Secondo gli studiosi l’oceano, negli ultimi decenni, sta assorbendo più anidride carbonica dall’atmosfera, riducendo i livelli di pH nell’acqua. L’acidificazione degli oceani modifica le coste, è all’origine dell’aumento delle alghe nelle acque e della salinità del mare. Ma per i crostacei e i coralli che dipendono dagli ioni carbonato, sostanze meno abbondanti nelle acque più acide, la formazione dei gusci delle conchiglie diventa più difficile. Dunque a farne le spese non sono solo i granchi, ma anche le ostriche, le vongole e il plancton. La soluzione? E’ la riduzione dell’acidificazione dell’Oceano attraverso l’abbattimento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera. L’alternativa è adattarsi ad una serie di cambiamenti dell’habitat degli oceani con ripercussioni inevitabili sulla catena alimentare.