Coronavirus: la mappa che mostra la diffusione dell’epidemia

Rischia di passare in breve tempo da epidemia a pandemia la diffusione del coronavirus cinese, una grave infezione respiratoria sviluppatasi in Cina e che ha già provocato la morte di 81 persone ed il contagio di altre 2.886. Cifre che continuano a cambiare ora dopo ora crescendo ad un ritmo sempre più serrato, come emerge dai bollettini ufficiali diffusi con regolarità dalle autorità sanitarie. Una situazione complessa e difficile da gestire dal momento che il virus ha abbandonato la città di Wuham, nella quale sarebbero stati riscontrati i primi casi, con una moltitudine di casi registrati in diversi Paesi, compresa la Francia. Dopo il salto di specie, passando cioè da un animale ancora non identificato all’uomo, il virus sta compiendo passi da gigante allargandosi a macchia d’olio un po’ in tutto il mondo e provocando, in buona parte della Cina, una enorme preoccupazione che ha portato le autorità a mettere a punto piano di prevenzione di massa, a cominciare dall’obbligo, in diverse città, di indossare la mascherina.

Una mappa è stata a tal proposito diffusa sul web per mostrare la diffusione del coronavirus cinese: si tratta di un documento dinamico, ovvero in costante aggiornamento, predisposto dagli ingegneri informatici dell’università Johns Hopkins di Baltimora, negli Stati Uniti. E che oltre alla segnalazione dei casi di contagio riporta diverse informazioni molto utili per comprendere meglio con che cosa abbiamo a che fare. La parte centrale dell’immagine mostra una cartina che riporta tutti i casi dei contagi individuabili cliccando sui pallini rossi. Zoomando è possibile isolare i casi in base alle nazioni ma anche alle regioni, province e singole città. Intorno alla cartina sono presenti diverse finestre contenenti informazioni specifiche, dall’orario aggiornato dei contagiati a quello delle vittime. Dal numero di casi suddivisi per regione e nazione, con la Cina in testa seguita da Hong Kong e Thailandia. Ad un grafico che riporta l’andamento temporale dell’epidemia, per capire quanto stia crescendo rapidamente nel paese in cui si è sviluppata. Una vera e propria impennata di casi, in particolare tra il 20 ed il 25 gennaio, che desta non poca preoccupazione.