Cina: morto il primo medico per il coronavirus

Un’altra vittima a Wuhan.

Un medico di un ospedale nella città di Wuhan (Cina), l’epicentro dello scoppio del nuovo coronavirus, è morto dopo essere stato infettato dalla malattia, secondo quanto riferito dai media statali cinesi sabato. Liang Wudong, 62 anni, era stato “in prima linea” per assistere alle vittime contagiate dal 2019-nCoV all’ospedale Hubei Xinhua. Ora l’uomo è morto a causa della malattia che stava combattendo, come confermato la China Global Television Network su Twitter. Quindi un contagio in piena regola, ma non l’unico che ha interessato il personale medico. Diversi media, tra cui The Guardian, hanno riferito, infatti, la morte di un altro medico cinese identificato come Jiang Jijun. Secondo quanto riferito, l’uomo ha subito un arresto cardiaco mentre frequentava pazienti infetti dal virus. Tuttavia, in questo caso non è chiaro se Jijun sia morto per sfinimento o se fosse anche vittima dell’epidemia.

Nella nazione asiatica il nuovo coronavirus continua a svilupparsi, la cifra ufficiale raggiunge i 41 morti e il numero di infetti supera i 1.300. Nel frattempo, le autorità sanitarie cinesi intensificano gli sforzi per prendersi cura dei malati e contrastare l’epidemia. Per impedire un’ulteriore diffusione, le autorità hanno chiuso un totale di 18 città cinesi, tra cui Wuhan, con oltre 11 milioni di abitanti; Huanggang (di 6 milioni di persone), Chibi (circa mezzo milione di abitanti) e Xianning (2,5 milioni di abitanti), limitando così il movimento di un totale di 56 milioni di persone. Il virus viene trasmesso da persona a persona attraverso il tratto respiratorio e in caso di contatti stretti. La malattia ha già attraversato i confini della Cina, rilevando alcuni casi in paesi come Giappone, Tailandia, Corea del Sud, Stati Uniti, Singapore o Vietnam, in tutti i casi in soggetta provenienti dal territorio cinese. Il virus ha anche raggiunto l’Europa, con tre casi di infezione in Francia.