Il rapido calo di luminosità della stella potrebbe presagire una violenta esplosione della stella.
L’attenuazione di Betelgeuse sta facendo discutere. La stella, conosciuta da sempre per la sua caratteristica ”variabilità” sta vivendo un vistoso calo della luminosità, per motivi a noi ignoti. La diminuzione della luce emanata da Betelgeuse ha spinto gli esperti ad avanzare diverse supposizioni, tra cui la possibilità di un’esplosione della stella. Qualora la supergigante rossa esplodesse raggiungerebbe, per un breve periodo, la stessa luminosità della Luna, prima di scomparire per sempre. Le supergiganti rosse, come Betelgeuse, hanno una vita breve; un’esistenza che si conclude con eventi stellari violenti, conosciuti con il termine di supernova. E’ chiaro come Betelgeuse, appartenendo a questa specifica categoria di oggetti celesti, sia destinata ad esplodere, anche se nessuno sa quando. Per ora non sembra che l’esplosione sia un evento prossimo, come spiegato da Sarafina Nance della UC Berkeley, esperta in esplosioni stellari e che studia Betelgeuse da diversi anni.
Betelgeuse è una delle stelle più luminose della costellazione di Orione, che compone con Rigel il piede sinistro di Orione. Ha una forma rigonfia e dimensioni colossali; basti pensare che, se trasportata nel nostro Sistema Solare, sarebbe in grado di distruggere Mercurio, Venere, la Terra, la Fascia degli Asteroidi e forse Giove. La distanza del nostro pianeta da Betelgeuse è di ”soli” 600 anni luce, perciò, in caso di esplosione, vedremmo il suo bagliore sia di notte che di giorno, per alcuni mesi. Ma è possibile sapere se Betelgeuse stia davvero per esplodere? Secondo gli studiosi le stelle quando arrivano alla fine del processo vitale sperimentano una colossale perdita di massa con un’emissione di polvere in grado di oscurarne la luminosità. In pratica, però, nessuno sa se questi processi sono attualmente in atto sulla stella. In ogni caso anche se Betelgeuse è vicina in termini astronomici, la sua esplosione non comporterebbe nessuna conseguenza sul nostro pianeta. Secondo i calcoli, inoltre, occorreranno oltre 6 milioni di anni affinché l’onda d’urto e ogni tipo di detrito raggiunga il nostro Sistema Solare.