L’esperta Wendy Greenspun spiega come far fronte ai timori per il futuro.
Tra notizie di catastrofi naturali devastanti, orribili previsioni scientifiche e la irritante mancanza di volontà politica di fare qualcosa, sembra che al momento non esistano rimedi alla crisi climatica e ai suoi devastanti effetti psicologici. Secondo la ricercatrice americana Wendy Greenspun “stiamo assistendo a una vasta gamma di risposte, tra cui sintomi di ansia, depressione, rabbia e senso di colpa. Si tratta di preoccupazioni legittime, se solo consideriamo come il peggioramento degli eventi sia già sotto gli occhi di tutti’‘. Ma l’ansia può raggiungere anche molto alte, peggiorando la qualità della vita e la visione del mondo che ci circonda. Secondo la ricercatrice far fronte agli effetti emotivi eccessivi delle notizie sull’emergenza climatica basta seguire delle semplici indicazioni.
Evitare la ricerca ossessiva di nuove notizie sull’emergenza climatica è uno dei consigli della Greenspun. Osservare le proprie reazioni alla lettura degli aggiornamenti sull’emergenza climatica può essere, invece, un primo passo. “Stare al passo con un flusso costante di informazioni – spiega – non risolve il problema dei cambiamenti climatici. Prendersi delle pause dal bombardamento mediatico sul tema è importante, magari impiegando il tempo a stare con le persone che si amano o occuparsi delle cose che piacciono”. Come sottolinea Psychology for a Safe Climate, in una delle sue pubblicazioni, ‘‘quando forniamo agli altri un supporto, la sicurezza e la comprensione reciproca, possiamo diventare meglio attrezzati per affrontare l’incertezza e il cambiamento”. Naturalmente è importante anche l’abbandono della lettura passiva e agire concretamente. E’ il caso dei tanti studenti stanno seguendo in questi mesi l’attivista Greta Thunberg. “Agire in modo significativo può combattere la sensazione di impotenza“, spiega Greenspun. “Le persone che si impegnano con l’attivismo climatico e diventano parte di una comunità più efficace degli scienziati“. Ma agire significa anche ”sabotare” le aziende che contribuiscono all’inquinamento.