Vulcani: scoperto ‘segno premonitore’ delle violente eruzioni

L’assenza di fuoriuscita di gas dalle fumarole indicherebbe una forte pressione al di sotto delle rocce. Ciò provoca un’improvvisa esplosione del cono vulcanico.

Un vulcano a cono, molto attivo, ha fatto da laboratorio per analizzare i meccanismi che portano all’eruzione. Si tratta del Merapi, la “montagna di fuoco” dell’isola di Giava, in Indonesia con un’attività esplosiva e considerato fra i più rischiosi in assoluto. Da questo vulcano gli esperti avevano prelevato sei campioni di lava solidificata, uno dei quali proveniente da un’eruzione del 2006, mentre gli altri risalgono al 1902. Ad essere analizzati dagli esperti sono la densità, la composizione minerale e il volume dei pori. Dallo studio è emerso così una netta riduzione della permeabilità delle rocce con il trascorrere del tempo, provocato dai minerali di nuova formazione. I principali responsabili del fenomeno è il solfato di potassio e l’allume di potassio, sostanze che vanno a sigillare le fratture e i pori nelle rocce lungo la struttura vulcanica.

Vulcani: scoperto ‘segno premonitore’ delle violente eruzioni

Dalla ricerca è emerso come la maggiore impermeabilità delle roccia rappresenti un campanello di allarme per l’arrivo di un’eruzione. Secondo Albert Gilg, docente di geologia applicata alla TUM e coautore della ricerca, le modifiche della permeabilità della roccia sono legate all’esplosività del vulcano: “Appena dopo l’eruzione – spiega – la lava risulta sufficientemente permeabile.” Questo fattore, però, diminuisce con il trascorrere del tempo mentre lo strato di roccia che si forma diventa impermeabile, intrappolando i gas in risalita emessi dal magma. “Con il passare del tempo – continua lo studioso – la pressione prodotta dai gas aumenta fino a produrre l’esplosione del duomo di lava sopra il cratere, producendo una forte esplosione”. Insomma a preannunciare un nuovo fenomeno eruttivo ci sarebbe una notevole riduzione della fuoriuscita di gas, fenomeno che indica una fase di massima pressione al di sotto della roccia del cono vulcanico.