Nuovi casi di peste bubbonica in Cina, nella regione della Mongolia Interna.
Ventotto persone sono state messe in quarantena nel nord della Cina dopo che un cacciatore ha mostrato i sintomi della peste bubbonica, in seguito ad un pasto di carne di lepre. Le autorità sanitarie della Mongolia Interna hanno isolato tutte le persone che hanno avuto contatti con il paziente, nessuno dei quali, però, ha mostrato sintomi della patologia al momento. Al personale medico è stato riferito che l’uomo, residente a Xilin Gol, ha cacciato e mangiato la carne di lepre il 5 novembre scorso mentre attualmente è in cura presso un ospedale della contea di Huade. Ma quello appena registrato in Mongolia Interna è solo l’ultimo episodio registrato nella Repubblica Popolare. Sono due, infatti, i casi di peste polmonare registrati a Pechino martedì scorso; un fenomeno senza alcun legame con l’ultimo focolaio scoperto.
Lo scorso maggio in Mongolia, oltre 150 persone sono state poste sotto osservazione dalle autorità mediche. In quel caso i morti sono stati due, in entrambi i casi per la peste bubbonica. Le vittime erano una coppia di cittadini mongoli che avevano cacciato una marmotta selvaggia. La morte dei due è sopraggiunta tre giorni dopo il pasto. La peste bubbonica, causata dai batteri Yersinia pestis, può essere trasmessa da animali infetti, ma da un morso di pulce. Nel XIV secolo, la peste bubbonica, allora nota come Morte Nera, uccise più di un terzo della popolazione europea. Oggi, per fortuna, la malattia può essere completamente controllata, a patto che la persona infetta riceva il giusto trattamento in tempo.