Sistema Solare: rinominato l’oggetto più distante nel Sistema Solare

Arrokoth è il nome dato dalla commissioen della NASA al corpo celeste più lontano del Sistema Solare.

Cambia il nome dell’oggetto più lontano scoperto nella Cintura di Kuiper, conosciuto in precedenza con il nome di 2014 MU69. In onore della tradizione dei nativi americani l’oggetto è stato ufficialmente chiamato Arrokoth, un termine nativo americano che significa “cielo”, in lingua Powhatan / Algonquian. Con il consenso degli anziani e dei rappresentanti della tribù di Powhatan, il team New Horizons della NASA, la cui navicella spaziale ha eseguito la ricognizione, ha proposto il nome all’International Astronomical Union e Minor Planets Center, l’autorità internazionale istituita per nominare i corpi celesti nella Cintura di Kuiper. Il nome è stato annunciato oggi durante una cerimonia presso la sede della NASA a Washington, DC. “Il nome ‘Arrokoth – afferma Alan Stern, ricercatore principale di New Horizons del Southwest Research Institute, Boulder, Colorado – riflette l’ispirazione dello sguardo al cielo e sull’interrogarsi sulle stelle e sui mondi oltre il nostro“. “

Sistema Solare: rinominato l’oggetto più distante nel Sistema Solare

Lanciato nel gennaio 2006, New Horizons ha superato Giove nel febbraio 2007 e ha condotto uno storico volo attraverso il sistema di Plutone il 14 luglio del 2015. La navicella spaziale ha continuato il suo viaggio record nei primi mesi del 2019 con l’esplorazione di Arrokoth, corpo celeste che il team aveva soprannominato “Ultima Thule”. Arrokoth è una delle migliaia piccoli mondi ghiacciati conosciuti nella Cintura di Kuiper, la vasta zona del Sistema Solare oltre i pianeti terrestri interni e i pianeti giganti del gas esterno. “I dati di Arrokoth – spiegano gli esperti – ci hanno fornito indizi sulla formazione dei pianeti e sulle nostre origini cosmiche. Crediamo che questo antico corpo, composto da due lobi distinti che si sono fusi in un’unica entità, potrebbe riservare risposte che contribuiscono alla nostra comprensione dell’origine della vita sulla Terra.”