I pianeti si formerebbero attraverso un meccanismo simile a quello delle stelle.
Sono più di 10.000 i pianeti che orbitano intorno ad ogni buco nero supermassiccio, situato nel nucleo attivo della galassia. A rendere nota la scoperta è l’astronomo giapponese Keiichi Wada nella giornata di ieri al portale Space.com, descrivendo le conclusioni di un articolo realizzato insieme ad un team di scienziati. Le gigantesche nebulose di gas e polvere che si accumulano attorno al buco nero, evolvendosi in modo simile ai dischi protoplanetari. Sebbene molto più grandi, i buchi neri si espandono tra 0,3 e 30 anni luce dai buchi neri, si solidificano e danno origine alla nascita di nuovi pianeti.
“Secondo la comunità scientifica – dichiarano gli esperti – i pianeti si formano dai dischi protoplanetari intorno alle stelle, ma abbiamo scoperto che la formazione potrebbe avvenire anche senza il loro intervento“. I pianeti di questa natura potrebbero avere dimensioni di circa 10 masse terrestri e possono essere sia rocciosi che gassosi. La loro distanza, compresa tra i 10 e 30 anni luce dai nuclei attivi delle galassie, consente loro di non essere in pericolo di essere risucchiati dal buco nero. Nonostante ciò, gli autori hanno spiegato come questo tipo di oggetti non possono essere avvistati attraverso la maggior parte dei metodi attualmente utilizzati per rilevare esopianeti formati attorno alle stelle, per la mancanza di una luce visibile.