Un’impugnatura debole o insufficiente per spostare gli oggetti potrebbe rappresentare uno dei sintomi dell’avanzamento della patologia.
Un indicatore del declino cognitivo potrebbe essere il modo con il quale si afferrano gli oggetti. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease. In pratica, secondo gli studiosi, una ricerca che sottolinea, ancora una volta, come alcuni sintomi fisici possano essere strettamente legati al funzionamento del cervello. La ricerca è stata effettuata dagli studiosi della North Dakota State University, negli Stati Uniti, sulla base dei dati di ben 13.828 persone, analizzate per otto anni, tutte con un’età superiore ai 50 anni. Durante lo studio è stata studiata l’energia usata per l’impugnatura attraverso un dinamometro. Il tutto è stato parametrato con le capacità cognitive, ovvero l’attenzione, il livello di memoria, le capacità di linguaggio e orientamento, attraverso dei test.
I dati hanno mostrato come alla diminuzione dell’energia corrispondesse un significativo declino cognitivo, soprattutto nei casi più gravi. La correlazione è stata sottolineata dalla ricercatrice Sheria Robinson-Lane che ha specificato come ”restare attivi dal punto di vista fisico ha effetti concreti sulla salute cognitiva”. Da ciò ne deriva che un rafforzamento della muscolatura potrebbe avere effetti sulle capacità cerebrali, ma non solo. Grazie allo studio gli esperti potranno misurare il declino cognitivo usando, come parametro, anche la misurazione della forza dell’impugnatura.