Marsili: le conseguenze di un’eruzione del vulcano più grande d’Europa

Il vulcano sottomarino dell’arco eoliano preoccupa per l’instabilità strutturale.

Il Marsili è davvero un vulcano pericoloso per le coste? Considerato come il più esteso d’Europa, il vulcano sottomarino è collocato a circa 140 chilometri dalle coste della Sicilia ad a 140 da quelle calabresi. Per morfologia e caratteristiche appartiene all’arco eoliano, a cui appartiene anche lo Stromboli. Dal 2010 una serie di studi hanno cercato di analizzare le caratteristiche del vulcano, per comprenderne i rischi e un’eventuale attività. Le analisi hanno rilevato tracce di magma risalente a qualche migliaio di anni fa, un periodo brevissimo per quanto riguarda la geologia. Insomma si tratta di un vulcano attivo, con la presenza di diverse ”bocche” laterali in grado di eruttare. Ma più che l’eruzione, a preoccupare gli esperti è l’instabilità della struttura.

Marsili: le conseguenze di un’eruzione del vulcano più grande d’Europa

La parte sommitale del vulcano, in particolare, sembra comporsi di rocce poco compatte, indebolite dall’attività idrotermale. In pratica il rischio è un collasso delle pareti del Marsili con un movimento delle acque che provocherebbe un vero e proprio tsunami in grado di devastare le coste meridionali. Un cedimento delle pareti sarebbe in grado di muovere milioni di metri cubi di materiale con un’onda imponente. Insomma i risultati della ricerca sono poco incoraggianti. ”Quello che serve – spiegano gli espetti del CNR – è un sistema di controllo dell’attività del vulcano, oltre che una diversa concezione delle costruzioni lungo le coste calabresi, siciliani e campane.