Un pianeta con una massa pari a dieci volte quella della Terra è precipitata, circa 4,5 miliardi di anni fa, sul gigante gassoso rendendo il nucleo ”liquido”.
Un gruppo internazionale di scienziati, conducendo una ricerca Giove, ha tentato si spiegare l’origine della presenza di un nucleo ”diluito” e non solido come negli altri pianeti gassosi del Sistema Soalre. L’origine di questa particolare caratteristica del corpo celeste è probabilmente da ricercare in uno scontro verificatosi milioni di anni fa con un “embrione” planetario 10 volte più pesante della Terra. L’impatto avrebbe creato un nucleo dalla consistenza liquida, con un’alta concentrazione di idrogeno ed elio, con poca roccia e ghiaccio. Attraverso i dati di Juno della NASA che ha rilevato come il nucleo gioviano non si discosti molto dall’area superficiale, gli studiosi dell’Università Sun Yat-sen nella città di Zhuhai, hanno spiegato come l’interno di Giove sia alquanto omogeneo.
Tutto ciò è spiegabile con la teoria di un enorme oggetto solido che precipitò su Giove: un embrione planetario. “Una simile collisione catastrofica . spiegano gli studiosi – ha distrutto il nucleo compatto iniziale di Giove e ha formato una struttura simile a un nucleo diluito”. Il processo avrebbe portato i nuclei del giovane Giove e dell’embrione planetario alla fusione con i materiali di entrambi gli oggetti che si sarebbero parzialmente miscelati con lo strato gassoso di Giove. L’impatto, risalente al 4,5 miliardi di anni fa, ha coinvolto un pianeta con una massa pari a circa 10 volte quella terrestre “Se fosse stato più piccolo – concludono gli studiosi – non avrebbe potuto penetrare nell’enorme involucro del gigante gassoso”.