Una percentuale significativa della popolazione della piccola isola della Micronesia vive una condizione simile al daltonismo.
Un’esplosione di colori caratterizza l’isola di Pingelap, in Micronesia. Spiagge bianche ed un cielo blu con pesci tropicali in ogni sfumatura riempiono la laguna color acquamarina. Ma un numero sorprendente di persone che vivono sull’isola vede in bianco, nero e sfumature di grigio, una condizione conosciuta come acromatopsia. Questo raro disturbo colpisce una persona ogni 30.000 nella maggior parte del mondo, circa il 0,00003% della popolazione. Una percentuale ridotta, ma che sull’isola raggiunge il 10% delle persone.
“È facile riconoscerli” – racconta la fotografa belga Sanne de Wilde – che ha visitato l’isola realizzando un libro che ha scritto un libro dal titolo ”Island of the Colorblind’‘. Queste persone, spiega l’esperta “battono le palpebre e socchiudono gli occhi costantemente”. Ma cosa c’è all’origine dello strano fenomeno? Nel libro la studiosa riprende il testo di un Oliver Sacks, che visitò l’isola negli anni novanta. Lo studioso attribuisce la prevalenza di acromatopsia a un tifone alla fine che 18° secolo sconvolse l’isola uccidendo quasi tutti gli abitanti. Il re sopravvisse, e poiché portava il gene che causa il disturbo della vista, trasmise il gene, conosciuto dalla popolazione con il nome di ”masckum” (non vedere) alla popolazione attraverso un fenomeno conosciuto come ”effetto del fondatore”. Nelle sue immagini De Wilde immagina come appare il mondo a chi vive la patologia. Gli scatti, in bianco e nero e ad infrarossi, creando colori inquietanti ed esplosioni di luce.