Il ghiaccio secco dell’Artide è una vera e propria bomba di carbonio.
Il processo di scioglimento dei ghiacci dell’Artide sta producendo il rilascio di sostanze altamente inquinanti, alcune risalenti al Pleistocene. Ad annunciarlo, in uno studio pubblicato sulla BBC sono gli studiosi del Woods Hole Research Center, in Massachusetts. La ricerca ha dimostrato come gli strati perennemente congelati stiano scomparendo a ritmo record portando alla luce, insieme ad antichissimi fossili, anche emissioni di metano, carbonio, mercurio tossico e malattie del passato.
E’ di circa 1.500 miliardi di tonnellate la quantità di carbonio contenuta dal permafrost, una massa tripla rispetto a ciò che si conserva nelle foreste di tutto il mondo. Gli esperti la definiscono una vera e propria bomba di carbonio che sarà rilasciata sotto forma di anidride carbonica. Il carbonio contenuto nella materia organica verrà, invece, rielaborato dai microbi, che successivamente lo useranno come carburante o energia, rilasciandolo nuovamente come CO2 o metano. Ad oggi il permafrost sciolto in piccoli laghi si può notare in Alaska e in Siberia. Attraverso lo scioglimento, spiegano gli esperti, il ghiaccio rilascia anche antiche malattie come l’antrace, che nel 2016 provocò la morte di un ragazzo e una renna nei pressi del circolo polare artico. Il virus era stato propagato da una carcassa di renna scongelata e risalente ad un’epidemia di inizio secolo. Nel permafrost sono contenuti, inoltre, circa 1,6 milioni di tonnellate di mercurio tossico che con lo scioglimento del ghiaccio rientrerebbero nella catena alimentare. Solo mantenendo il permafrost ”più ghiacciato possibile”, spiegano gli esperti, si eviterebbe una serie di emissioni in atmosfera dalle conseguenze imprevedibili.