Nel 2017 una nube di rutenio 107, in quantità minime, interessò il nord del nostro paese.
Uno studio condotto dall’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr-Ipda), basato sulle rilevazioni dei laboratori di radioattività dell’Università di Milano-Bicocca, ha scoperta la presenza di Rutenio-106 all’interno dei filtri che hanno monitorato l’aria di Milano, da inizio settembre del 2017. I dati sono stati confermati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Iaea) che rilevato, in particolare, un radioisotopo artificiale, tracciandone la presenza dall’Ucraina all’Italia, ma anche in Svezia e in Francia. In ogni caso, spiegano gli scienziati, la quantità di radiazioni risulta inferiore ai limiti di legge consentiti e non considerata dannosa. Ancora da chiarire l’origine del fallout che ha attraversato il vecchio continente.
Il rutenio 106 è un prodotto della fissione nucleare, vieneusato per la produzione di energia elettrica e in ambito medico. Si tratta di un isotopo radioattivo, non prodotto in natura, pertanto anche minime concentrazioni nell’atmosfera indica un incidente. Secondo i ricercatori la sostanza non veniva individuata dagli strumenti dall’incidente di Chernobyl, nel 1986.