Ore di alta tensione in Indonesia, dove il vulcano più attivo, il monte Merapi, è tornato ad eruttare provocando la formazione di un lago di lava. Il vulcano ha eruttato per l’intero fine settimane, generando almeno 72 colonne di cenere portando le autorità a lanciare l’allarme di zona rossa su un raggio di tre chilometri dal createre; in molti sono inoltre preoccupati, oltre che della cenere lanciata fino a 3 chilometri di altezza, della possibilità di formazione di un potenzialmente pericoloso lago di lava. Sulla vicenda è al lavoro il Geological Disaster Research and Development Centre dell’Indonesia, il primo a confermare l’emissione di cenere e lava incandescente; i primi segni di attività risalgono al mese di gennaio: il capo dell’agenzia Hanik Humaida ha dichiarato che, in base all’attività della colonna di cenere, la cupola di lava del vulcano potrebbe potenzialmente provocare la formazione di una valanga di lava del volume di 458mila metri cubi che potrebbe spostarsi fino a 3 chilometri dal cratere, verso il fiume Gendol.
“Basandosi sulle attività attuali – ha dichiarato Humaida – lo stato rimane di massima attenzione. E’ stata istituita un’area di esclusione del raggio di 3 chilometri dal cratere all’interno della quale è vietato accedere. Al di fuori della zona di esclusione non vi sono pericoli per i turisti. L’ultima eruzione mortale del Merapi, alto 2968 metri, è avvenuta nel 2010 mentre l’ultima grande eruzione, provocando seri rischi in un’area di 5 km dal cratere e la chiusura dell’aeroporto di Yogyakarta, è avvenuta nel 2018.