Oltre 1600 milioni di api morte in quattro anni. Sono numeri impressionanti quelli ai quali fanno riferimento i ricercatori dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, che hanno parlato di una situazione ‘apocalittica’ non nascondendo dunque la loro grande preoccupazione per un fenomeno che sembra davvero difficile da arginare. Le ragioni sono molteplici e sono state identificate da un esperto del settore, Alfonso Cestelos Sanz che ne ha parlato su Sputnik. Il principale problema è l’acaro varroa, un insetto scoperto nelle Filippine negli anni ’70 ed arrivato in Messico negli anni ’90 che entra nelle cellule delle api quando sono ancora nella fase delle uova e, nel corso dello sviluppo, si cibano di parti dell’insetto. La popolazione di api inizia così a nascere senza le loro piene capacità e quando raggiungono l’età adulta l’acaro rimane nell’addome succhiando l’emolinfa, un liquido che negli insetti è molto simile al sangue dei mammiferi. Possono provocare la morte di un intero alveare di api in un solo mese e mezzo. Altro problema è legato a pesticidi ed erbicidi, prodotti chimici largamente impiegati nelle colture che possono disorientare le api quando devono raccogliere il nettare sul fiore, oltre al fatto che la quantità di veleno in essi contenuta è molto spesso letale anche per le api.
Terzo macro problema sono i cambiamenti climatici: gli eventi meteorologici estremi infatti, provocano una mortalità più elevata negli alveari. Ma vi è anche il problema delle antenne di comunicazione, strumenti le cui onde elettromagnetiche disorientano le api impedendo loro di tornare a casa e provocandone di fatto la morte. I dati del Ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale indicano che il Messico è il sesto maggior produttore di mieie e occupa la terza posizione in fatto di esportazioni del cosiddetto ‘oro liqudo’. Senza l’impollinazione delle api però, la produzione di miele è messa in serio pericolo oltre al fatto che la stragrande maggioranza degli alimenti che mangiamo dipende dal loro lavoro e che senza le api non ci sarebbe alcuna diversità genetica nelle piante o nel cibo.