L’oggetto analizzato da New Horizons appare notevolmente diverso da ogni corpo celeste mai osservato.
Il team scientifico della sonda New Horizons della NASA ha pubblicato i primi risultati dell’esplorazione di quello che è considerato l‘oggetto più lontano mai analizzato. Lo studio completo, pubblicato sulla rivista Science, è basato sul 10% dei dati raccolti dalla sonda. Secondo un comunicato della NASA, la natura di MU69 2014 “è molto più complessa del previsto.” Nel video della NASA Ultima Thule rivela che “non assomiglia ad alcun oggetto esplorato“. Si tratta di un oggetto dalla lunghezza di 36 chilometri, costituito da due lobi di forme diverse e insolite. Uno è grande e piatto, chiamato Ultima, ed è collegato a un altro lobo rotondo più piccolo, chiamato Thule, in una confluenza chiamata “collo“. Gli scienziati stimano che una volta questi due lobi si sono orbitati e poi si sono uniti in un processo di fusione “soft”.
“Stiamo indagando sui resti ben conservati del passato antico” – ha commentato Alan Stern sullo studio – senza dubbio, le scoperte fatte su Ultima Thule faranno avanzare le teorie sulla formazione del sistema solare“. Gli specialisti stanno esaminando le caratteristiche superficiali dell’oggetto focalizzandosi su particolari curiosi come i punti luminosi, le colline, le depressioni, i crateri e le fosse. La depressione più estesa, larga 8 chilometri, è il Maryland Crater e probabilmente si è formata da un impatto. In termini di colore e composizione, gli specialisti indicano che il MU69 2014 ricorda gli altri oggetti della fascia di Kuiper, anche se la tonalità del rosso appare più marcata di ogni altro oggetto del Sistema Solare. Il colore è la conseguenza delle modifiche dei materiali organici sulla sua superficie provocate dai raggi cosmici. La sonda spaziale ha trovato, in particolare, tracce di metanolo, acqua ghiacciata e molecole organiche; una miscela molto diversa di oggetti congelati precedentemente esplorati.