Oltre duecento milioni di maiali sono stati abbattuti nel paese asiatico dall’arrivo della peste suina.
Sempre più grave la situazione della peste suina africana in Cina, Mongolia e nel Sud Est Asiatico. Nonostante le rassicurazioni del governo l’epidemia si è espansa senza controllo provocando una vera e propria strage di animali, tra ammalati ed abbattuti. Un anno del maiale sfortunato per il paese asiatico, quasi completamente coinvolto dall’epidemia. Sono circa 200 milioni i suini uccisi dall’epidemia secondo le prime stime, un fenomeno che travolgerà inevitabilmente il mercato mondiale, visto che il paese asiatico è il primo produttore al mondo di carne di maiale. Già nel mese di marzo, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, si è registrato un aumento notevole dei prezzi della carne di suino, uno degli elementi base dell’alimentazione cinese.
La situazione, davvero molto grave, ha spinto le autorità allo scongelamento delle riserve di carne pronta per essere immessa sul mercato. L’ultima volta che si è fatto ricorso allo scongelamento di carne suina è stato nel maggio 2016, quando l’iniziativa venne presa dal comune di Pechino per far fronte all’impennata dei prezzi che gravava sui consumatori. I riflessi dell’epidemia potrebbero prolungarsi per un lungo periodo con effetti per i prossimi dieci anni. Uno degli effetti potrebbe essere un aumento della domanda cinese verso l’estero con una crescita dell’importazione dall’Unione Europea e dal Brasile.