Marte, la nuova teoria sulla scomparsa dell’acqua dal Pianeta Rosso

Perchè è scomparsa l‘acqua da Marte? E’ un dubbio al quale lavorano numerosi scienziati e di ipotesi a tal proposito ve ne sono parecchie. Una delle ultime, e ad oggi tra le più interessanti, è quella proposta da Geronimo Villaneuva, scienziati della Nasa che studia l’acqua sul Pianeta Rosso insieme ad alcuni colleghi dell’Agenzia Spaziale Russa e dell’Agenzia Spaziale Europea. Secondo l’esperto la scomparsa del prezioso liquido dal pianeta sarebbe imputabie alle impetuose tempeste di sabbia che avvolgono Marte. Ne esistono di due tipi: le tempeste di polvere normali, della durata di un paio di giorni e particolarmente estese, tanto da interessare una superficie paragonabile a quella degli Stati Uniti. E le tempeste globali, che invece circondano l’intero pianeta e che, a differenza delle prime, non è ad oggi possibile prevedere e possono durare anche per molti mesi.

L’ultima tempesta di polvere globale, osservata dai due rover e da sei sonde in orbita attorno a Marte, è stata osservata tra i mesi di giugno e settembre del 2018. Secondo l’esperto questo tipo di tempeste non si limiterebbero a sollevare soltanto la polvere verso l’alto ma anche l’acqua tanto che tracce di particelle d’acqua sono state rilevate dall’ExoMars Trace Gas Orbiter addirittura a 80 km di altezza. Trattandosi di un’atmosfera decisamente più flebile rispetto a quella terrestre, tali particelle potrebbero essere state scisse dalle radiazioni solari per poi finire nello spazio. In questo modo gran parte dell’acqua presente sul Pianeta Rosso potrebbe essere andata perduta poichè, ha sottolineato Villanueva, “quando porti l’acqua in parti più alte dell’atmosfera, viene spazzata via molto più facilmente”.