Guardarsi le spalle, osservare lo spazio in una ”bolla”, creare energia dalla spazzatura. Ecco come sarebbe vivere vicino a un buco nero.
Teoricamente intorno ai buchi neri, anche intorno a quelli supermassicci e più voraci, potrebbe orbitare un pianeta posto alle giuste distanze. Dagli anni novanta sappiamo che i buchi neri si formano in seguito all’esplosione di una stella con una massa notevole che collassa e genera la voragine nello spazio. E’ inevitabile che l’esplosione della stella distrugga gli eventuali pianeti che orbitano intorno, ma qualcuno potrebbe sopravvivere. A questo punto avremmo un oggetto che orbita intorno ad un buco nero; le eventuali forme di vita sarebbero messe a dura prova dalle condizioni estreme, ma in linea teorica qualcosa potrebbe sopravvivere. Cosa accadrebbe ad una civiltà ”prossima” ad un buco nero?
Innanzitutto si tratterebbe di una civiltà ”pulita”, ovvero in grado di scaricare tutti i suoi rifiuti nel disco di accumulazione del buco nero. Se quest’ultimo ruotasse a velocità elevate si potrebbe convertire in radiazione fino al 42% della massa della spazzatura. Ma ci sarebbero cose molto più curiose. Nei pressi dell’orizzonte degli eventi, il limite oltre il quale tutto ricade nella voragine, il tempo scorre molto più lentamente, a causa del redshift gravitazionale: in pratica rimarremmo più giovani. In quest’area potremmo vedere l’intero universo in un’immagine riflessa e distorta delle lenti gravitazionali con una sorta di sfera che racchiude tutto lo spazio. Nell’area della sfera fotonica, la zona dello spazio in cui i fotoni sono costretti a muoversi in orbite, a causa della gravità del buco nero, saremmo in grado di guardare le nostre spalle mentre osserviamo la luce che gira intorno al buco nero; insomma un effetto davvero curioso.