Ecco come un pianeta è riuscito a ”sopravvivere” alla morte della sua stella resistendo all’esplosione.
Un pianeta sopravvissuto ad una potente esplosione e giunto fino ai giorni nostri ”a pezzi”. Una sorta di frammento planetario è stato scoperto grazie ad una ricerca del Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) ed un gruppo internazionale coordinato dall’università britannica di Warwick. L’oggetto appare incredibilmente ricco di metalli pesanti e presenta una lunga scia di gas. Il ”pezzo” di pianeta è stato catturato grazie al Gran Telescopio Canarias ad una distanza di 410 anni luce. Il corpo celeste è l’unico ”sopravvissuto” all’esplosione di nana bianca ribattezzata dagli esperti con l’interminabile sigla di SDSS J122859.93+104032.9. L’orbita dell’oggetto appare molto ”stretta”, tanto da compiere un giro completo in circa due ore. La scoperta è stata possibile soprattutto grazie alla lunga scia di gas che l’oggetto si porta dietro, all’origine delle variazioni di luminosità della stella.
La stella, in origine, aveva una massa pari al doppio di quella del Sole, mentre oggi, a seguito dell’esplosione, presenta una grandezza del 70% di quella del Sole. Ma che dimensioni ha il frammento del pianeta? Si tratta di un oggetto dal diametro di appena un chilometro; solo una piccola parte della massa del corpo celeste delle origini. Le nane bianche rappresentano uno degli ultimi stadi dell’evoluzione stellare, formandosi a seguito dell’esplosione degli strati più esterni; una potente deflagrazione a seguito della quale rimane solo il denso nucleo interno.