Il provvedimento del governo indiano è stato definito dalla Nasa una ”cosa terribile”.
Distruggere un satellite con un missile lanciato da Terra. E’ la scelta dell’agenzia spaziale indiana che, attraverso la ”Missione Shakti”, ha deciso di disintegrare un proprio satellite. La potente deflagrazione ha prodotto oltre quattrocento detriti che si sono aggiunti alla già notevole ”spazzatura spaziale” in orbita intorno all’atmosfera, aumentando i rischi per la Stazione Spaziale Internazionale. A denunciarlo è la NASA che ha sottolineato come ci siano ben 400 frammenti in più dopo l’esplosione del satellite decisa dagli indiani. Di questi ben sessanta hanno dimensioni superiori ai dieci centimetri e ventiquattro hanno intrapreso una traiettoria ”pericolosa” per la Stazione Spaziale Internazionale. Ora il rischio di un impatto di un oggetto con l’ISS è del 44% maggiore. Insomma una ”decisione terribile” per gli esperti americani.
Non si è fatta attendere la risposta dell’India che, attraverso G Satheesh Reddy, capo dell’Organizzazione per la ricerca e lo sviluppo della difesa del paese asiatico, ha fatto sapere come la distruzione dell’oggetto sia avvenuta a circa 300 chilometri, un’altitudine che non comporta alcun tipo di rischio per l’ISS visto che gli oggetti dovrebbero precipitare a terra tra qualche settimana. Il provvedimento dell’India rientra nel più ampio progetto di difesa esplorazione dello spazio; un’azione di rilievo dal punto di visto geopolitico. ”La missione Shakti – dichiara – ha reso l’India una potenza spaziale globale”.