Le specie che vivono di più? Quelle pigre

Uno studio dell’Università del Kansas ha rilevato come un metabolismo più sviluppato, e dunque una richiesta di cibo maggiore, rappresenti la causa dell’estinzione di numerose specie di gasteropodi.

La pigrizia è un’arma in più nel difficile mondo dell’evoluzione. A rivelarlo è una ricerca realizzata da un team di paleontologi della University of Kansas su circa trecento specie di gasteropodi vissute nell’Oceano Atlantico ed estintesi nel Pliocene, tra 5,5 e 2,5 milioni di anni fa, o ancora esistenti. Gli studiosi hanno analizzato le possibili cause che hanno spinto all’estinzione degli antenati dei molluschi, scoprendo come la pigrizia abbia giocato un ruolo fondamentale a favore delle specie che ancora oggi popolano il nostro pianeta.

Le specie che vivono di più? Quelle pigre

Sono i tassi metabolici a riposo ad essere stati calcolati dagli esperti. La ricerca ha portato alla conclusione che nelle specie in cui l’energia consumata risultava maggiore, le possibilità di estinguersi erano superiori rispetto alle altre. Insomma inferiore è il tasso metabolico, più sono alte le probabilità che la specie sopravvivano. Gli animali ”più lenti” in particolare, necessitano di una quantità di alimenti inferiore per vivere, a differenze di quelle più attive, il cui metabolismo richiede un’alimentazione continua. Nei casi di scarsità di cibo, che possono verificarsi anche in condizioni di cambiamenti climatici, questa continua domanda di alimenti può risultare fatale.

Angelo Petrone

Angelo Petrone

Giornalista pubblicista, digital strategy, advertising, social media marketing, appassionato di arte, cultura e viaggi. Ho collaborato con diversi quotidiani di informazione locale e testate online. Scrivo su Scienze Notizie dal 2015.