Una ricerca della John Hopkins University ha rivelato come la disintegrazione degli asteroidi diretti verso la Terra sia molto più difficile del previsto.
Distruggere gli asteroidi diretti verso la Terra potrebbe essere molto più difficile del previsto. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Icarus realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università John Hopkins. In pratica gli esperti, attraverso una serie di proiezioni, hanno verificato le conseguenze di un impatto di una testata nucleare su un asteroide. Se prima gli scienziati erano convinti che maggiore fossero le dimensioni dell’oggetto più alte erano le possibilità che avessero dei ”difetti strutturali” in grado di facilitarne la distruzione, oggi i dati mostrano uno scenario del tutto diverso.
Le rocce spaziali, in pratica, mostrano una resistenza maggiore e dunque, a detta degli studiosi, ”richiederanno una quantità di energia maggiore del previsto”. L’impatto di un ipotetico missile su un asteroide in rotta di collisione sulla Terra non produrrà una notevole quantità di frammenti che ricadranno sul nostro pianeta, come si temeva in passato, ma anzi potrebbe essere insufficiente a bloccare il viaggio dell’oggetto verso la superficie. In pratica si teme che la resistenza della rocce spaziali risulti notevolmente maggiore del previsto. I dati rafforzano l’ipotesi, già avanzata in passato, su come sia preferibile tentare di deviare la rotta degli asteroidi, piuttosto che tentarne la distruzione.