Dopo la Stazione Spaziale Cinese anche la sonda sovietica Kosmos 482 potrebbe cadere verso il nostro pianeta tra la fine del 2019 e il 2020.
Erano il 1972 quando la sonda Kosmos 482 lasciava la Terra a bordo del razzo Molniya, verso Venere. Oggi il veicolo, che non ha mai raggiunto la sua destinazione, potrebbe ritornare sul nostro pianeta in maniera del tutto incontrollata, molto prima del previsto. La sonda spaziale sovietica ebbe difficoltà fin dall’inizio rimanendo ”bloccata” in una sorta di limbo nell’atmosfera terrestre, ben lontano da Venere. Successivamente il veicolo si è spezzato in più parti, alcune precipitate sul nostro pianeta mentre il modulo principale è rimasto in orbita, fino ad oggi. L’oggetto è alla deriva e viaggia ad altissima velocità impiegando meno di due ore per effettuare un orbita completa intorno alla Terra. Kosmos 482 percorre una traiettoria fortemente ellittica con un perigeo di soli 210 chilometri ed un apogeo di 2.400 chilometri e continua ad avvicinarsi al nostro pianeta.
Un percorso ”pericoloso”, secondo lo scienziato Thoma Dorman che da anni sta seguendo l’orbita dell’oggetto. In pratica l’intero modulo potrebbe precipitare sulla Terra tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, anche a causa dell’attività solare. Al pari della Stazione Spaziale Cinese Tiangong-1, la sonda sovietica potrebbe cadere in mare, visto che gli oceani occupano la gran parte del nostro pianeta. Nel caso ”sfortunato”, però, che il veicolo si diriga verso qualche centro abitato, invece, i rischi sarebbero davvero notevoli, non tanto per il peso, di soli 500 chili, ma per le caratteristiche del modulo, ideato appositamente per resistere all’ostile atmosfera venusiana. Insomma non resta che ”pregare” che l’oggetto si diriga verso l’oceano.