Nel Trecento Stromboli fu protagonista di ben tre tsunami che colpirono le coste campane meridionali. I danni ai porti di Napoli e Amalfi furono descritti anche da Petrarca.
Nel Medioevo una potente eruzione dello Stromboli innescò una colossale frana che, caduta in mare, provocò uno tsunami sulle coste della Campania. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, realizzato dall’Università di Pisa. Furono tre gli episodi di questo genere, tutti avvenuti in epoca medievale, tra il 134 ed il 1456. A descrivere una ”strana tempesta” che colpì Napoli, fu lo scrittore Petrarca, una testimonianza d’eccezione confermata, ora, dagli studiosi toscani attraverso una serie di ricerche condotte in collaborazione con il CNR, l’American Numismatic Society e l’Associazione Preistoria Attuale.
L’episodio più disastroso si verificò nel 1343: quello descritto nelle lettere del poeta toscano quando accennò ad onde devastanti che distrussero i porti di Napoli ed Amalfi. Le tracce dei disastrosi eventi del passato sono stati scoperti dagli esperti lungo i fianchi del vulcano, grazie al lavoro interdisciplinare di vulcanologi e archeologi. Nella prima metà del Trecento Stromboli rappresentava uno snodo importante nelle comunicazioni navali tra le coste italiane, spagnole e greche, ma dopo le potenti eruzioni l’isola fu completamente abbandonata, fino a fine Seicento. La ricerca conferma come il vulcano sia in grado di provocare fenomeni molto più potenti degli attuali, con conseguenze catastrofiche per le coste tirreniche meridionali.