In seguito al ”riscaldamento stratosferico improvviso” una parte del vortice polare che si produce sull’Artico si dirige verso l’Europa raffreddando le temperature.
Un fenomeno noto come il ”riscaldamento stratosferico improvviso” si è verificato durante la prima settimana di gennaio del 2019 sulla stratosfera dell’Artico. Ciò ha provocato la caduta delle temperature in Europa, come accaduto anche l’anno scorso, nel mese di febbraio. Ma come posso essere correlabili un aumento delle temperature artiche con il freddo in Europa? A spiegarlo è uno studio realizzato dal Politecnico di Zurigo e pubblicato nei giorni scorsi. Ogni anno, nel periodo autunnale, ad un’altitudine tra i venti e i venticinque chilometri si produce un vortice polare che circola da Ovest verso Est con venti che possono raggiungere la velocità di trecento chilometri orari.
Con il riscaldamento dell’atmosfera, la circolazione si interrompe e il vortice si divide in due: un fenomeno negli anni passati molto raro, ma diventato ricorrente dal 2000 ad oggi. Il riscaldamento stratosferico improvviso è all’origine del freddo nelle regioni mediterranee settentrionali mentre in Spagna e nelle regioni meridionali si verifica un aumento delle piogge. Nei mesi invernali dell’anno scorso il fenomeno fu limitato a dieci giorni, durante i quali il freddo sul vecchio continente risultò insolito e persistente, specie in alcune aree. Non è chiara la correlazione tra questo meccanismo e il riscaldamento globale, nonostante il fenomeno sia noto, ormai, dagli anni Cinquanta.