Il pianeta Urano si mostra ai nostri occhi come un anonimo oggetto con una colorazione tra il blu ed il verde, privo delle macchie che caratterizzano, invece, i corpi celesti gassosi.
Tutti i pianeti del Sistema Solare hanno caratteristiche uniche: alte creste, catene montuose o crateri caratterizzano i corpi celesti rocciosi testimoniando un passato violento e un’attività geologica interna mentre i pianeti gassosi formano strutture a bande, colossali tempeste e flussi turbolenti. Atmosfere con rapidi cambiamenti caratterizzano Giove, Saturno e Nettuno con la comparsa o la scomparsa di vortici e ”macchie”. Tutto ciò non accade su Urano. Avvicinato per la prima volta da Voyager 2, il gigante di giaccio ha mostrato un aspetto anonimo, senza particolari segni di venti o cambiamenti atmosferici.
Inizialmente, si pensava che il pianeta, per le sue dimensioni ridotte rispetto ai giganti gassosi, non fosse in grado di generare calore interno, mentre quello del Sole risulta troppo debole per generare i flussi atmosferici. Insomma un pianeta con un’atmosfera informe ed immobile perché fredda. Ma se alla vista dell’occhio umano Urano appare, nella parte esposta al Sole, un anonimo oggetto blu-verde informe, agli infrarossi si notano le bande di vari colori e luminosità, segno delle forti tempeste che soffiano anche su questo pianeta. A nascondere questo continuo movimento di gas atmosferici è un sottile strato di metano che assorbe la luce rossa dando al pianeta la caratteristica tonalità turchese. Nonostante rappresenti solo l’1% dell’atmosfera superiore di Urano, questa foschia ne limita fortemente la visibilità, impedendoci di osservare le nuvole convettive causate da correnti ascensionali e condensa, le formazioni nuvolose che si estendono anche per centinaia di chilometri.
Ecco come appare Urano agli infrarossi: