Potrebbe essere agli scoccioli la maxi operazione per il salvataggio del piccolo Julen, il bimbo di due anni caduto in un pozzo in Spagna a Totalan, nelle vicinanze di Malaga, domenica 13 gennaio e lì rimasto da allora. I soccorritori, oltre trecento persone hanno raggiunto l’area interessata dall’incidente, non hanno mai smesso un secondo di presidiare la zona avviando nell’immediato le operazioni per cercare di raggiungere il bimbo. Il pozzo nel quale è caduto è risultato essere illegale: si tratta di buchi nel terreno realizzati allo scopo di cercare acqua ma senza le necessarie autorizzazioni, e secondo alcune stime sarebbero, nella sola Spagna, almeno un milione.
Per provare a raggiungere Julen, intrappolato ad oltre 70 metri sotto terra, è stato realizzato un tunnel parallelo perforando il terreno di arenaria, non senza complicazioni, difficoltà e rallentamenti. Quando si pensava di poterlo raggiungere infatti, sono sopraggiunti nuovi problemi che hanno costretto i soccorritori a prendere altro tempo per poter portare avanti l’operazione in sicurezza preservando l’incolumità dei lavoratori all’opera. Il terreno estremamente duro avrebbe inoltre potuto compromettere i macchinari che non è stato facile portare nelle vicinanze del pozzo ed una loro rottura avrebbe di fatto interrotto le operazioni.
Il tunnel realizzato scende per 60 metri in verticale ed è stato pensato per calare al suo interno i minatori con una sorta di acensore, una pesante struttura metallica per raggiungere la giusta profondità senza rischi e poter avviare lo scavo di un tunnel orizzontale che permetta loro di raggiungere il bambino bloccato da giorni. E’ l’ultima fase delle operazioni, attesa dai genitori del piccolo ma anche da parenti, amici e tante altre persone che si sono riunite in una veglia di attesa nella serata del 24 gennaio.
Le condizioni sono davvero complesse: poco è l’ossigeno a disposizione e ancor meno lo spazio per muoversi e la ridotta quantità di luce renderà la discesa nella ‘gabbia’ piuttosto difficoltosa. Sono otto i minatori esperti, genieri del Soccorso Speleologico Militare Spagnolo, che alternandosi in e non useranno esplosivi, lavorando per lo più in ginocchio. Mentre all’esterno, ad attendere Julen c’è un elicottero: qualora il bimbo fosse ancora in vita lo trasporterà in pochi minuti verso l’ospedale più vicino.