Confermato il processo che porta le nane bianche a trasformasi in enormi sfere di cristallo.
Nelle fasi finali della loro vita le stelle più antiche si trasformerebbero in enormi sfere di cristallo. Si tratta di una teoria degli anni cinquanta, ma che oggi trova ulteriori conferme grazie ad un team di ricerca inglese dell’Università di Warwick in uno studio pubblicato su Nature. Grazie ai dati del satellite dell’Esa Gaia, gli studiosi hanno scoperto come gli oggetti più ”avanti con l’età” possiedano un nucleo solido composto da ossigeno e carbonio, formato attraverso un passaggio di fase che ricorda quello che porta l’acqua a trasformarsi in ghiaccio. Il processo di cristallizzazione che coinvolge le stelle comporta un anomale rilascio di energia termica, un fenomeno rilevato in diverse nane bianche. Si tratta di oggetti che hanno portato a termine il loro processo di cristallizzazione. Ma cosa porta questi corpi celesti a diventare delle gigantesche ”biglie spaziali”?
Il processo di cristallizzazione è il frutto di una trasformazione degli atomi che si collocano in una struttura ordinata. In condizione di pressioni elevate, gli elettroni atomici vengono separati lasciando i nuclei fluidi caricati positivamente e circondati da un materiale gassoso carico elettricamente. Il raffreddamento a dieci milioni di gradi porta ad un rilascio dell’energia in eccesso con la successiva solidificazione del nucleo che si trasforma in un cuore metallico rafforzato dal carbonio. La cristallizzazione provoca la fuoriuscita del calore; fenomeno osservato da Gaia ed ora ipotizzato in tutte le nane bianche. Numerose sfere di cristallo si trovano attualmente nella Via Lattea e tante nasceranno in futuro; anche il Sole diventerà un oggetto del genere, tra 10 miliardi di anni.