L’edificio vulcanico appare ora quasi del tutto distrutto dall’eruzione esplosiva del 22 dicembre.
Sono passati pochi giorni da quando un’onda di tsunami ha travolto le coste dell’Indonesia arrecando morte e distruzione in una vasta area dello stretto della Sonda, tra l’isola di Sumatra e Giava. L‘Anak Krakatau, il vulcano che con una potente eruzione ha provocato il maremoto, ora presenta una struttura stravolta dalle esplosioni. Il profilo attuale dell’isola appare privo del cono vulcanico alto oltre trecento metri e cresciuto negli ultimi anni attraverso le continue eruzioni. Ora le esplosioni si verificano praticamente a livello dell’acqua; un fattore che mantiene alto il rischio di nuovi tsunami.
Nato in seguito ad una colossale eruzione sottomarina negli anni venti, l’Anak Krakatau, nella lingua locale ”Figlio del Krakatoa”, è uno dei vulcani più pericolosi al mondo. Nel 1927, all’apparizione dell’isola vulcanica, in molti ne avevano previsto la scomparsa a breve per l’erosione dell’oceano, ma le potenti eruzioni successive produssero una quantità di lava sufficiente a creare e solidificare l’edificio vulcanico. L’ultima eruzione ha provocato il distacco di una parte del vulcano che, cadendo in acqua, ha generato onde alte circa sei metri. Ora l’intera struttura appare compromessa e fortemente instabile.