L’esplosione di una stella, una supernova, investì la Terra nel Pliocene con conseguenze catastrofiche sugli animali dell’epoca. La ricostruzione.
Un’improvvisa tempesta di radiazioni letali proveniente dallo spazio avrebbe determinato l’estinzione del Carcharocles megalodon, il megalodonte. L’enorme squalo preistorico che popolava gli oceani terrestri tra i 2,3 ed i 2,6 milioni di anni sarebbe scomparso a causa di un’esplosione di supernova. Le radiazioni proiettate verso la Terra sarebbero risultate letali per l’antico squalo e per l’intera megafauna marina del Pliocene. A rivelarlo è una ricerca dell’Università del Kansas, in un articolo pubblicato sulle pagine di Astrobiology.
Incrociando i dati sull’estizione dei megalodonti e delle tempeste di muoni provenienti dallo spazio, probabilmente originate da una o più supernove a circa 160 anni luce, gli studiosi hanno ricostruito gli effetti delle radiazioni spaziali sulla Terra. Ancora oggi le tracce della supernova si nascondono sul fondale oceanico, sotto forma di isotopi radioattivi di iron-60. Di solito tollerati dal mondo animale e vegetale, i muoni possono risultare letali in quantità elevate, in occasione di enormi esplosioni spaziali come nel caso di una supernova. La diretta conseguenza di un evento di questo tipo sarebbero le mutazioni genetiche, e quindi varie tipologie di tumori, soprattutto negli marini di grossa taglia. L’aumento dei tumori fu del 50% per gli animali di taglia paragonabile all’uomo; per le specie più grandi le conseguenze furono catastrofiche.