Un altro traguardo per l’esplorazione umana dello spazio. La sonda della Nasa OSIRIS-REx ha raggiunto l’asteroide Bennu, una roccia spaziale dal diametro di circa 500 chilometri e che potrebbe rappresentare una fonte inesauribile di informazioni per gli scienziati. Lo scopo degli esperti è di indagare sulle origini del Sistema Solare e scoprire qualcosa in più sui movimenti dei NEO, gli oggetti ”Near Earth” con un’orbita potenzialmente pericolosa per il nostro pianeta. Nelle prossime settimane il velivolo effettuerà diversi fly-by sui poli e l’equatore del corpo celeste, fino ad avvicinarsi a soli sette chilometri dalla superficie. Le dimensioni davvero ridotte del corpo celeste rendono il lavoro degli scienziati davvero arduo: la gravità è molto ridotta e persino un avvicinamento eccessivo della sonda potrebbe spostare dalla sua orbita originaria.
Nei primi mesi del 2020 OSIRIS-REx cercherà di raggiungere la superficie dell’asteroide con l’obbiettivo di prelevare una piccola parte da portare sulla Terra. Il fatto che l’oggetto sia antichissimo rende l’analisi dei frammenti un traguardo importante per lo studio dell’origine del Sistema Solare; non è escluso che corpi celesti molto ricchi di carbonio come Bennu abbiano contribuito a portare la vita sul nostro pianeta. Ma se un tempo oggetti del genere potrebbero aver rappresentato una fonte di vita per il nostro pianeta, oggi l’orbita di Bennu sembra avvicinarsi pericolosamente al nostro pianeta. Analizzare la sua traiettoria aiuterà a migliorare lo studio sui comportamenti di questi oggetti spaziali; piccoli ma potenzialmente pericolosi per la vita sulla Terra.