Ci sono notevoli probabilità che nei prossimi tre mesi si ripresenti El Niño, il fenomeno climatico che, con una frequenza compresa tra i due e i sette anni, riscalda le temperature dell’Oceano Pacifico. Ad indicarlo è l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) secondo cui, quest’anno avremo un evento con entità piuttosto blanda, al pari del 2015. Sono le temperature superficiali dell’Oceano a rappresentare la prova più schiacciante per gli esperti, oltre alle fluttuazioni periodiche delle temperature superficiali nell’area equatoriale dell’Oceano Pacifico. El Niño è sinonimo di forti siccità e pesanti inondazioni, conseguenze dirette dell’aumento delle temperature del nostro pianeta; tuttavia, sottolineano gli esperti, quest’anno il fenomeno dovrebbe avere effetti molto più limitati.
Anche se le condizioni dei venti e delle temperature del Pacifico non sono quelle che di norma sono associate al fenomeno, tra il periodo di dicembre e febbraio le cose potrebbero cambiare con un lieve aumento delle temperature oceaniche nei prossimi tre mesi, tra gli 0,8-1,2 gradi maggiori rispetto alla media; comunque inferiori ai 1,5 gradi in più necessari per registrare eventi di tipo estremo.