Aumenta ed è destinato a crescere ancora il bilancio delle vittime dei gravissimi e devastanti incendi scoppiati nei giorni scorsi in California e che hanno devastato intere località, su tutte il comune di Paradise e parte della città dei vip, Malibù. Dalle cifre iniziali, 10 morti, si è passati al numero attuale, 63 persone che hanno perso la vita, prevalentemente vittime dei roghi mentre a bordo delle loro auto cercavano di fuggire. Le fiamme si sono però propagate con una rapidità incredibile e molti californiani sono rimasti letteralmente imprigionati tra il fuoco, che non ha lasciato loro scampo. La preoccupazione dei soccorritori è legata però al numero dei dispersi, ben 600 persone secondo le ultime stime, che potrebbero far crescere drammaticamente il bilancio delle vittime.
Ben 138mila acri sono andati in fumo e, complessivamente, 8.650 abitazioni non esistono più nell’area più colpita, a causa dell’incendio ‘Camp Fire’, la contea di Butte. Ma anche il sud del Paese è stato interessato dalle fiamme e nelle ultime ore si teme che la conta dei danni possa aggravarsi ulteriormente. Tanto che lo sceriffo della contea di Butte, Kory honea, si è azzardato a sottolineare che “gli incendi hanno trasformato la California in una zona di guerra”. Il pericolo non si esaurisce a fiamme spente: la qualità dell’aria è pessima e per questo moltissime scuole, comprese quelle di San Francisco, sono state chiuse. Oltre alle case e ai boschi, sono stati divorati dalle fiamme anche auto, linee elettriche e tanto altro creando intere aree totalmente desolate che coprono anche la superficie di intere colline, fino a pochi giorni fa verdeggianti ed oggi letteralmente carbonizzate.