L’Antartide nasconde i resti di tre continenti antichissimi. A rilevarlo è una ricerca dell’università tedesca di Kiel e al British Antarctic Survey e pubblicata sulla rivista scientifica Scientific Reports. Attraverso una serie di analisi delle onde sismiche e delle differenze della forza di gravità, gli studiosi sono stati in grado di ricostruire una mappatura precisa del sottosuolo del continente antartico con una risoluzione di circa ottanta chilometri. Il risultato è stata una straordinaria ed inedita finestra sul sottosuolo dell’area antartica, una delle zone meno conosciute dagli esperti. Nel sottosuolo dell’area orientale, in particolare, gli studiosi sono riusciti a risalire ad una sorta di mosaico composto da frammenti di continenti perduti, delle zone sismicamente stabili indicate con il nome tecnico di cratoni.
Si tratta di formazioni che mostrano notevoli differenze e somiglianze con la crosta dell’Antartide e quelle degli altri continenti, ai quali erano legati in un lontano passato. In pratica si tratta di ”resti” degli altri continenti che circa 160 milioni di anni fa si unirono all’Antartide. I ”relitti” individuati sono tre, il più antico dei quali è il cosiddetto Cratone Mawson che in un lontano passato era parte dell’Australia meridionale e il cratone posizionato al di sotto della Terra della Regiona Maud. Le due formazioni sono separate da una catena montuosa, i Monti Gamburtsev, ora sepolta dal ghiaccio. Il terzo frammento, invece, ha un’origine poco chiara e si trova tra il Mare di Weddell e il Polo.