Circa 2,5 milioni di persone al mondo sono ammalate di sclerosi multipla. Una malattia autoimmune, con decorso neurodegenerativo, che scatena un’aggressione del sistema immunitario verso il sistema nervoso centrale, provocando la perdita progressiva della mielina (sostanza che forma una guaina protettiva e isolante delle fibre nervose). La causa è una predisposizione genetica unita a uno o più fattori ambientali e alcuni studiosi ipotizzano la presenza di molecole prodotte da organismi patogeni o addirittura batteri normalmente presenti nel nostro intestino. Ha avvalorato questa tesi uno studio di un gruppo della Clinica universitaria di Zurigo, coordinato da Raquel Planas e pubblicato su “Science Translational Medicine”, nel quale i linfociti T, cellule importanti del sistema immunitario, prelevati da regioni cerebrali gà lesionate di malati di sclerosi multipla ed esaminati in vitro, hanno dato il risultato della presenza di un enzima da loro prodotto, il GDP-L-fucosio sintasi, in grado di scatenare la risposta autoimmune.
Approfondendo lo studio lo stesso gruppo di scienziati ha prelevato un sottoprodotto dei linfociti T, i CD4+T, dal fluido cerebrospinale di 31 pazienti e circa il 40% ha dimostrato lo stesso risultato. Fino ad ora non si è ancora scoperto il motivo per cui il sistema immunitario attacca la mielina delle fibre nervose e neppure il perchè della reazione dei linfociti T al GDP-L-fucosio sintasi, come sottolineano in un articolo di commento i ricercatori Joseph Sabatino e Scott Zamvil dell’Università della California a San Francisco, che prevedono una serie importante di ulteriori ricerche e stufi, ma considerano comunque il risultato una grande passo verso la comprensione di questa patologia autoimmune.