Sono passati oltre 65 anni ma il ricordo è ancora vivo in chi ha vissuto quella drammatica settimana. Per cinque giorni, dal 5 al 9 dicembre del 1952, la città di Londra venne letteralmente ‘invasa’ da una fitta coltre di smog talmente densa ed estesa da oscurare quasi completamente tutta la città. Le cause dell’alta concentrazione di inquinamento fu correlata alle grandi quantità di carbone di bassa qualità e ad alto contenuto di zolfo in combustione per riscaldare le abitazioni. Concausa dei repentini incrementi degli inquinanti fu, come confermato da un recente studio pubblicato su Pnas, la presenza di aria ristagnante e, conseguenza delle emissioni di combustibili fossili, l’elevatissima concentrazione di particolato.
La presenza dello smog fu talmente alta da rendere praticamente impossibile anche la semplice circolazione a bordo di automobili tanto da portare alle autorità alla quasi paralisi della città. Vennero chiusi tutti i luoghi pubblici ma anche teatri e cinema, avvisando la popolazione di rimanere in casa con le finestre chiuse, evitando di uscire. Non fu possibile però evitare pesanti e drammatichd conseguenze, dal punto di vista della salute umana: almeno 12mila persone di tutte le età morirono a seguito dell’aggravarsi di patologie quali insufficienza respiratoria, polmonite, bronchite acuta, infezioni dell’apparato respiratorio ed ipossia con oltre 150mila ricoveri registrati. Una vera e propria ecatombe dunque, provocata da un nemico invisibile che però, per cinque lunghi giorni, fece sentire la sua presenza. Quel periodo è ricordato come ‘i cinque giorni del Grande smog’ o, ‘the big smog’.