Sembrerebbe realizzato con un potente strumento di alta tecnologia, ma invece l’enorme blocco di ghiaccio immortalato dagli scienziati della Nasa al largo dell’Antartide è il frutto di un fenomeno del tutto naturale. Si chiamano tabulari e sono colossali iceberg dalla forma piatta in superficie e con le pareti a picco sul mare, quasi verticali. Si formano quando il ghiaccio accresce le dimensioni sull’oceano fino a quando non si spacca seguendo linee geometriche precise formando isole di ghiaccio colossali. Era il 2000 quando si formò B-15, uno degli iceberg più grandi mai avvistati, dalle dimensioni paragonabili alla Valle d’Aosta. E’ l’acqua dell’oceano che si insinua al di sotto della banchisa, nelle fratture del ghiaccio, a portare alla formazione degli iceberg con l’erosione del ghiaccio fino alla formazione di una profonda spaccatura.
Non si conoscono ancora le reali dimensioni dell’enorme rettangolo di ghiaccio, anche se, secondo le stime, sarebbe lungo almeno un due chilometri. In realtà non si hanno neppure immagini definite dell’iceberg, pertanto non si conosce la reale forma del blocco di ghiaccio, che potrebbe anche non essere affatto un rettangolo. Non si esclude un profilo irregolare, impreciso, fattore che farebbe scomparire, in un baleno, tutto il fascino che ha suscitato nelle ultime ore tra gli appassionati e gli esperti.